Il Merlo Comune misura circa 25 cm.
Maschio: nero lucente con becco e orlo palpebrale giallo-arancio.
Femmina: parti superiori bruno scure, parti inferiori bruno-fulve con striature più scure; becco bruno con poco giallo.
Giovani: somiglianti alla femmina.
Vive in gran parte dell’Europa. Parzialmente migratore, soprattutto lo troviamo nell’Europa settentrionale e orientale. Si tratta di una delle specie più comuni anche nei giardini urbani e, soprattutto nei paesi del nord Europa la sua dimestichezza con l’uomo è diventata tale che si lascia avvicinare anche a pochi centimetri. Il merlo è onnivoro. (Per onnivoro si intende un organismo che si nutre indifferentemente sia di sostanze vegetali che di sostanze animali, sebbene il rapporto percentuale fra le due componenti della dieta può essere anche molto differente a seconda della specie presa in considerazione). Si ciba principalmente di frutta, bacche, piccoli invertebrati e legno.Il suo habitat naturale è il bosco, ma si adatta a vivere in numerosi ambienti (in pratica, ovunque vi siano le condizioni per nidificare) e non raramente lo si trova anche in aree urbane.
RIPRODUZIONE: Il nido, è una coppa regolare e robusta, costruito dalla femmina, si trova sui rami degli alberi, fra i cespugli o anche semplicemente in buche nel terreno.
La femmina depone le uova tre volte l'anno; generalmente sono in numero da 4 a 6 e di un colore azzurro-grigio, maculate in modo irregolare con puntini grigi. Il periodo di incubazione va dai quattordici ai quindici giorni ed è principalmente la femmina a covare le uova, anche se di rado collabora pure il maschio per motivazioni, si presume, di natura ambientale. Anche il materiale utilizzato per la costruzione del nido è particolare, costituito da steli d’erba e muschio cementati da fango, è foderato di erba.
(Foto Merlo femmina)
HABITAT: ambienti misti con alberi e cespuglietti compresi le aree verdi ed i giardini urbani. Nidifica preferibilmente su siepi, cespugli sempreverdi edera e altri rampicanti, dal livello del suolo fino a circa 12 metri. I merli comuni (Turdus Merula) che non si possono tenere in gabbia in quanto specie autoctone. Invece le gracule (o merli indiani) che provengono da allevamenti possono essere detenuti (ovviamente dietro certificato CITES). I merli comuni non si vendono nei negozi, è vietatissimo.
Il CANTO: è un fischio puro, molto vario, flautato e sempre allegro. Ha la capacità di imparare con facilità qualsiasi motivetto per poi ripeterlo fino alla noia. Quando canta tende a porsi verso la cima di un albero.
Il suo canto è da molti ritenuto come uno dei più belli e soprattutto allegro. Può accadere che in lontananza un altro merlo gli alterni le sue emissioni sonore e che ciascuno dei due canti frasi differenti senza sovrapporsi.
Dato che il merlo inizia a cantare circa dalle 3 di mattina, può capitare che nelle città possa risultare molesto.
ALLEVAMENTO DOMESTICO
Si riproduce nella grande voliera come già detto. E' specie soggetta a tutela (va dichiarata alla Ripartizione Faunistico-venatoria) e nel contempo cacciabile (la solita incongruenza).
Ai primi di marzo, molte femmine, completano il nido. L'allevatore può fornire, senza cura e attenzione, erbacce strappate dal terreno, che saranno utilizzate per la costruzione di un robusto nido costruito nelle parti più impensate della voliera, ma sempre in posti riparati e calmi.
Le uova deposte variano da tre a cinque. Le prime covate con numero minore.
Schiudono in capo a 13 gg (dato verificato). I piccoli nati sono nutriti soltanto con cibo vivo. E' necessario fornire alla nutrice: bigattini a volontà, Camole del miele (mattino e pomeriggio), Lombrichi e per le femmine conoscitrici crocchette per cani (cuccioli) con proteine al 36% (insuperabili). A sei giorni, per accelerare una nuova deposizione, conviene togliere i piccoli per l'allevamento a mano. Ancora nudi debbono essere coperti con panno di lana e imbeccati ogni due ore con le crocchette di cui sopra.
In allevamenti che vogliono economizzare e che hanno distribuito, solo bigattini, o con la nutrice che predilige imbeccare con tali larve, scartando altri prodotti più sostanziosi, possono verificarsi (dopo il sesto giorno) casi di piedi disarticolati o a "pugno chiuso". Se il malessere si manifesta, non è più possibile porvi rimedio. E' invece facilissimo prevenire tali casi, fornendo alle nutrici acqua calcificata o imbibendo le crocchette in acqua calcificata. In farmacia, per uso umano, sono disponibili delle grosse pasticche effervescenti, da sciogliere in un litro e mezzo di acqua. I piccoli di Merlo sono molto precoci a svezzarsi. A venti giorni bigattini in movimento attraggono la loro attenzione e favoriscono l'autonomia alimentare.
Le percentuali di riuscita nell'allevamento a mano sono del 100%.
La specie risponde molto bene all'allevamento domestico. Si riproduce facilmente e le soddisfazioni sono tantissime.
Vanno anellati con anello "F".
I MERLI INDIANI
IL MERLO INDIANO.
Nome scientifico : Gracula Religiosa
Lunghezza : 24 - 39 cm.
Peso : fino a 250 gr.
Numero di uova : 2 -3
Tempo di incubazione : 12 - 14 giorni
Durata della vita : 15 - 20 anni
È un uccello dal bellissimo piumaggio nero lucente con riflessi violacei, fornito di un forte becco giallo-arancio e robuste zampe di colore giallo; presenta pieghe cutanee gialle, ai lati della testa, a partire dalla base degli occhi; il suo corpo è tarchiato, la coda è breve e le ali sono arrotondate. La sua particolare caratteristica è quella di imitare la voce umana persino nella sua inflessione. Ama molto bagnarsi; è indispensabile quindi una vaschetta piena di acqua pulita, sempre pronta per le abluzioni che la gracula fa con molta cura accompagnandosi con versetti gutturali rallegranti.
La forma della gabbia migliore è quella rettangolare che si sviluppa in lunghezza, perché più consona alle caratteristiche del Merlo indiano il quale è abituato a saltellare e non ad arrampicarsi come fanno i pappagalli; inoltre gli uccelli volano in orizzontale e quindi una gabbia stretta ma alta non gli permette di fare esercizio. Per quanto riguarda le dimensioni va detto che nessuna gabbia è sufficientemente grande per un uccello, soprattutto per uno vivace come la gracula religiosa sa essere; comunque una gabbia deve avere almeno le dimensioni di 70 x 70 x 100 cm, altrimenti ne risente la salute. Se non siamo in grado di offrire al nostro amico un alloggio valido e meglio non prenderlo. Le gabbie rotonde che si trovano presso i negozi specializzati sono molto belle esteticamente, ma poco funzionali per l'animale, perché lo spazio a disposizione è scarso e perché non offrono un angolo riparato in cui il merlo indiano si può rintanare quando è spaventato o quando vuole riposare tranquillo. Le gabbie migliori che si possono trovare sul mercato sono quelle denominate «all'inglese», con tre dei cinque lati chiusi da pannelli che riparano il soggetto da correnti d'aria, da occhi indiscreti ed inoltre evitano che lo sporco cada fuori dalla gabbia. Altra caratteristica che la gabbia deve avere è il cassetto raccogli sporco estraibile e di materiale facilmente lavabile, in modo da poter mantenere facilmente una certa igiene indispensabile per la salute della maina. Gli sportelli devono essere sufficientemente grandi da poter entrare con una mano per estrarre la gracula religiosa senza ferirla. Se la gabbia è munita lateralmente di due piccoli sportelli li possiamo comodamente utilizzare per le mangiatoie in modo da non disturbare l'animale quando gli diamo il cibo. Ultima, ma non meno importante, è la scelta del materiale con cui è costruita la gabbia; il merlo indiano non rosicchia le sbarre come fanno i pappagalli e quindi si può scegliere anche il legno, ma questo materiale con il tempo si rovina e diventa brutto ed inoltre può diventare facile ricettacolo di pidocchi e acari. Inoltre non è facilmente lavabile e disinfettabile e quindi è meglio indirizzarsi sul ferro zincato o eventualmente verniciato che rimane inalterato con il tempo.
L'ALIMENTAZIONE
In natura il merlo indiano si ciba principalmente di frutta, di insetti e piccoli invertebrati, soprattutto quando deve allevare la prole. Non si nutre assolutamente di semi (come ad esempio i canarini)! Il cibo viene preso con il robusto becco e se troppo grande per venir inghiottito intero viene rimpicciolito con robusti colpi di testa che hanno, però, il risultato di spargere anche pezzetti di frutta per un notevole raggio intorno alla gabbia. E impressionante vedere come il collo del Merlo indiano possa dilatarsi per ingerire anche una ciliegia intera; e niente paura, se il boccone continua ad essere troppo grosso la gracula religiosa lo ritirerà fuori per rimpicciolirlo ulteriormente. L'alimento principale è la frutta che va somministrata lavata, asciugata e soprattutto non gelata di frigorifero onde evitare disturbi gastrici. Va data in tarda mattinata e i resti vanno tolti alla sera perché irrancidendo velocemente possono causare fermentazioni intestinali molto pericolose per la salute.
Le verdure gradite dalla gracula religiosa sono: la cicoria selvatica, la scarola, la lattuga, il cavolo, il broccolo, gli spinaci, il cetriolo ricco di succhi ad azione tonica sull'organismo, i pomodori polposi e maturi, le fave fresche e i piselli. Le verdure devono essere lavate, asciugate, non gelate di frigorifero, non devono essere ingiallite e con parti marcite. La frutta e la verdura hanno il grande pregio di contenere molte vitamine indispensabili per la salute dell'animale, ma contengono anche molta acqua. Bisogna integrare l'alimentazione dei merli indiani con del cibo di origine animale quale:
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carne magra tagliata a pezzettini;
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ricotta magra;
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uova sode;
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tarme della farina;
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uova di formica;
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biscotti all'uovo.
Le tarme della farina si trovano presso i negozi specializzati e si possono facilmente allevare in un contenitore dalle pareti lisce dandogli crusca, pane secco e insalata o mela. Anche le uova di formica sono reperibili presso i negozi specializzati in animali e vanno rinvenute nell'acqua prima della somministrazione alla maina. Dato l'alto valore nutritivo delle tarme della farina non bisogna superare il numero di l0-15 larve al giorno; meglio ancora se si tengono come leccornia o come premio per qualche esercizio ben fatto. I resti del cibo a base di alimenti animali vanno tolti la sera perché sono pericolosi per la salute del soggetto in questione. Per integrare la dieta si possono utilizzare anche altri alimenti di origine vegetale quali il riso bollito, le patate, la polenta e la pasta cotta, ma questi alimenti vengono appetiti in modo molto soggettivo. In commercio si trovano dei pastoncini e dei pellets che contengono la giusta dose di sali minerali, proteine e vitamine, sono entrambi prodotti buoni. E' necessario fornire loro anche degli integratori minerali sotto forma di osso di seppia, di carbone di legno dolce, di grit o di sali minerali che si aggiungono al pastoncino. Non si è ancora riusciti a farli riprodurre in cattività con una certa frequenza; questo è dovuto soprattutto al fatto che i sessi sono molto difficili da riconoscere e quindi è molto difficoltoso riuscire a formare una coppia. Inoltre anche due merli indiani dello stesso sesso si comportano come se fossero una coppia rendendo il nostro compito ancora più arduo. Infatti questi uccelli sono molto sociali e fanno vita di gruppo mantenendo molto forte il legame tra loro pulendosi reciprocamente il piumaggio. In questo modo spesso siamo indotti a credere di possedere una coppia ed invece i due soggetti sono dello stesso sesso, solo che sono molto affiatati tra loro. Solo alloggiando un nutrito numero di soggetti in una grande voliera ed osservando attentamente il loro comportamento, ad esempio il fatto che due soggetti stanno isolati dagli altri del gruppo e dormono stretti uno all'altro, ma soprattutto le lievi differenze morfologiche che ci sono tra i due sessi, si può sperare di riconoscere una coppia per separarla in una voliera appositamente costruita per loro. Il periodo di riproduzione in libertà ha inizio nel mese di aprile e si protrae fino alla fine di agosto. Se abbiamo la fortuna di essere entrati in possesso di una coppia allora bisogna alloggiarla in una spaziosa voliera esterna arredata con rami e possibilmente piante verdi, e nella quale si cercherà di ricreare il più possibile l'ambiente naturale. Tra il folto della vegetazione appenderemo il nido a cassetta di almeno 20 x 20 x 20 cm di grandezza con un grande foro di entrata. Meglio se i nidi messi a disposizione della coppia sono più di uno per dare alla femmina possibilità di scelta. Come materiale per foderare il nido daremo paglia o fieno, foglie, rametti, pezzettini di juta, e simili, alla nostra coppia, che provvederà a sistemarli all'interno della cassetta dove verranno deposte 2-3 uova. Alla cova provvederà principalmente la femmina allietata dalla presenza del maschio che le farà compagnia e a volte la sostituirà. Molto importante in questo periodo è l'alimentazione, che va curata in modo particolare: il cibo deve essere il più vario e sano possibile e non bisogna assolutamente mai fare mancare gli alimenti di origine animale che forniscono le proteine necessarie al raggiungimento di una buona forma amorosa e al successivo corretto sviluppo dei nidiacei. Uovo sodo, biscotto all'uovo pastoncino per uccelli insettivori, come pure le tarme della farina e le uova di formica vanno messe regolarmente a disposizione della coppia nidificante. In questo periodo sono particolarmente importanti anche i sali minerali per la formazione del guscio delle uova e dello scheletro dei pulli. Dopo circa 14 giorni di cova nascono dei pullus nudi e con gli occhi chiusi, ma dalle brame fameliche che i genitori cercano di placare alimentandoli ogni 2-3 ore. Il cibo utilizzato durante l'accrescimento è a base soprattutto di proteine animali tanto necessarie allo sviluppo dei piccoli. Dopo 18-20 giorni i nidiacei incominciano ad uscire dal nido, ma dovrà passare ancora almeno una settimana prima dello svezzamento vero e proprio; nel frattempo i genitori continuano ad alimentare i giovani, mentre la femmina può apprestarsi a costruire un'altra volta il nido per compiere la seconda ed ultima covata dell'anno. É buona norma far sì che le covate abbiano fine entro il mese di luglio, perché durante l'estate questi uccelli vanno incontro alla muta del piumaggio e questo evento, del tutto naturale, è per loro un notevole sforzo fisico; se sono ancora intenti ai doveri di genitori la loro salute può anche venirne irrimediabilmente pregiudicata. I soggetti che si prestano maggiormente a parlare sono quelli molto giovani e mantenuti in casa a stretto contatto con gli uomini, ma senza altri merli. Così facendo si può insegnare loro a ripetere anche frasi intere e a imitare addirittura il timbro della voce dei "suoi" familiari. L'alimentazione di questi uccelli è a base di pastoncino, di insettivori integrato con frutta, verdura, biscotti inzuppati nel latte e carne cruda a pezzetti. Le maine sono molto golose e vogliono sempre mangiare quello che si mette in tavola, ma attenzione a non esagerare.
State attenti a ciò che insegnate a dire a questi uccelli......
L'Ortolano
Per quanto riguarda il suo comportamento manifesta la sua presenza essenzialmente col canto del maschio emesso durante il periodo riproduttivo. Successivamente diviene silenzioso e la sua individuazione diventa alquanto difficoltosa a causa del comportamento elusivo e dell'abitudine di trascorrere molto tempo al riparo della vegetazione nel cui folto si muove agilmente saltellando di ramo in ramo. Di tanto in tanto, però, si posa anche sul terreno dove saltella elegantemente sebbene non vi si trattenga troppo a lungo. Socievole e gregario, ad eccezione del periodo riproduttivo, si riunisce in branchetti generalmente poco numerosi i cui componenti mostrano una spiccata tolleranza reciproca senza dar luogo a quelle contese solitamente frequenti negli altri Emberizidi. Vive in cattività alla quale si adatta abbastanza bene sebbene, nei primi tempi, si dimostri alquanto irrequieto fatto che, però, non gli impedisce di mangiare moltissimo. L'alimentazione dell'Ortolano è prevalentemente costituita da semi di numerose Erbe Selvatiche, Graminacee coltivate, Miglio, ecc..... nel periodo estivo sono poi appetite bacche mature di varie essenze vegetali. Durante il periodo della riproduzione l'allevamento della prole è fondamentalmente basato su Insetti e loro larve, Molluschi, Chioccioline, ecc...... La riproduzione e la difesa di un territorio da parte dei maschi è generalmente più blanda rispetto alla maggioranza degli altri Zigoli rispecchiando, anche in questa occasione, l'indole tranquilla e pacifica della specie. Il nido è opera della sola femmina assistita dal maschio che si limita a seguirla e ad osservarla. Talvolta esso le vola appresso trattenendo nel becco qualche filo d'erba anche se poi li lascia cadere dove capita. In pratica una simulazione di partecipazione alla costruzione del nido il quale resta a totale carico della compagna. L'ubicazione è molto varia in quanto dipende essenzialmente dall'habitat scelto per riprodursi. Nei terreni coltivati a foraggio o a Cereali preferisce porlo al riparo di un cespo d'Artemisia o di Cardo ed ai piedi di qualche ceppaia nelle zone cespugliate. Il nido normalmente viene costruito a livello del suolo in una sua leggera depressione rivestita con erbe secche e radichette ed imbottita di erbe e radici sottili e crini vegetali. Le uova, deposte sono solitamente circa 4-6, che vengono deposte dalla 2° metà di Aprile inizi di Maggio fino a Giugno-Luglio, che vengono covate per un periodo di circa 11-14 giorni dalla femmina. Il suo canto dolce e malinconico dell’Ortolano, onomatopeicamente descritto in vari modi: tri-tri-tri-ürrr; ecc., è composto dalle prime tre note aventi la medesima altezza mentre la quarta corrisponde ad un intervallo di terza maggiore discendente.
Per le specie CACCIABILI, come Tortora Europea (Streptopelia Turtur), Colombaccio (Columba Palumbus) e Colombella (Columba Oenas), la legge consente esplicitamente l’allevamento.
Prima di iniziare tale attività l’aspirante allevatore deve recarsi presso la Provincia di appartenenza e fare richiesta scritta per l’autorizzazione all’allevamento di specie cacciabili (i moduli vengono forniti al momento della domanda). Per quanto riguarda le specie NON CACCIABILI come la Tortora dal collare Orientale (Streptopelia Decaocto), ci si deve dotare di un registro per l’allevamento degli uccelli indigeni, dopo di che, ci si deve recare alla propria Provincia di appartenenza con il registro (verrà vidimato mediante timbratura) una “DICHIARAZIONE di INIZIO ALLEVAMENTO di UCCELLI AUTOCTONI” che sarà trattenuta e messa agli atti.
A questo punto possono essere acquistati i soggetti che devono provenire da allevamenti (mai di cattura), devono essere provvisti di anello inamovibile ed accompagnati da una dichiarazione di cessione dell’allevatore di provenienza (non esiste un modello ufficiale per la dichiarazione), vale anche per i soggetti importati.
Tutti i nuovi nati devono essere inanellati e registrati.
Per quanto riguarda gli uccelli indigeni è la Provincia l'autorità competente ed ogni Provincia ha una sua normativa al riguardo. La Provincia, dopo le valutazioni e le eventuali verifiche, può rilasciare l’autorizzazione, consegnando all’allevatore il “registro ufficiale di carico e scarico” vidimato (è un documento ufficiale rilasciato dall’autorità pubblica), sul quale andranno indicati tutti i movimenti in entrata ed uscita degli esemplari.
Tutti i soggetti che vengono introdotti nell’allevamento devono provenire da altri allevamenti (non possono essere di cattura) e devono essere marcati (anello inamovibile per uccelli).
Tutti i soggetti nati devono essere inanellati e registrati.
La varietà Anversese era di taglia maggiore, il becco era più lungo, forte e robusto, le caruncole nasali e oculari sviluppate. Questo colombo si distingueva per la sua grande resistenza alla fatica che gli permetteva di effettuare lunghi viaggi.
La varietà mista aveva una spiccata variabilità, componendosi di animali derivati dalle due precedenti forme.
In Belgio già nel 1820 troviamo dei concorsi di colombi, come testimoniato da un amatore di Verviers, presso Liegi, che ottenne il primo premio in una gara a Parigi. Il suo colombo fu portato in trionfo in tutti i villaggi con un corteo che avanzava seguito dalla banda musicale e preceduto da un cannone che sparava due colpi a salve per annunciare l'arrivo del vincitore. I colombi viaggiatori sono stati dei veri e propri protagonisti in molti eventi storici: durante l'assedio di Parigi, nel 1870, permisero ai parigini di comunicare con l'esterno consentendogli così di preparare una difesa.
Durante la guerra del 1915-1918 era uno dei mezzi di comunicazione principali per portare messaggi li dove i combattimenti erano più aspri e dove gli altri mezzi di comunicazione non potevano arrivare. Alla fine della guerra, in Francia, fu elevato un monumento alla gloria di questo volatile. Durante la Seconda Guerra Mondiale, quando i mezzi di comunicazione più sofisticati venivano meno, i messaggi venivano portati da questi colombi. Uno dei più famosi è il colombo Paddy che attraversò la Manica annunciando agli inglesi il successo dello sbarco in Normandia e premiato con la Dickin Medal.
Nell'antico Egitto si consideravano ospiti degli Dei, e pertanto sacri, i branchi di colombi, che popolavano i templi.
Il primo documento in cui si parla di colombi domestici, secondo Lepsius, risale alla quinta dinastia egiziana e cioè 3200 anni circa prima dell'Era volgare, ma il Birch, del Museo Britannico, asserisce che si parla del colombo in una lista di pietanze per una cena che data della precedente dinastia. I colombi figurano nei geroglifici e in scene della vita rurale degli Egizi. Fra le tavole di Ti, funzionario della quinta dinastia, se ne trova una in cui è rappresentato un cortile ove vengono imbeccati dei colombi. Si parla di colombi domestici nella Genesi, nel Levitico ed in Isaia.
La legge di Mosè prevedeva il sacrificio di questi animali come forma di espiazione. Fino alla nascita di Cristo era consuetudine che i poveri offrissero al tempio una coppia di colombi. A proposito di questi sacrifici espiatori, nel capitolo quinto del Levitico si legge: "Ma se non si ha il mezzo di offrire o una pecora o una capra, si offrano al Signore due tortorelle o due piccioni colombi". Nella Genesi è menzionato il colombo, sia quando Noè lo fece uscire dall'arca per tre volte, sia a proposito del sacrificio di Abramo.
In seguito alle numerose guerre di allora il culto dei colombi si propagò a tutto il mondo civilizzato: in Assiria, tra i Fenici, in Siria, in Palestina, a Cipro. In Siria il colombo era sacro: tale credenza veniva da Babilonia ove questo animale era sacro alla Dea della natura; la tradizione dice che la regina Semiramide venne allevata dai colombi.
Nei pressi di alcuni insiediamenti Etruschi in Toscana esattamente a Sovana, Sorano e Pitigliano possiamo ancora oggi vedere delle grosse colombaie che venivano usate da questo antico e misterioso popolo (IIIV secolo a.C.) per l'allevamento dei colombi. A tale scopo venivano destinate le pareti di alcune grosse grotte di tufo nelle quali venivano scavate delle piccole nicchie una accanto all'altra (a centinaia). Oltre a questo ritroviamo delle testimonianze anche in alcuni dipinti rupestri dove vengono raffigurati gruppi di colombi in volo "incorniciati" da ramoscelli d'olivo.
Anacreonte, il più apprezzato tra i Poeti lirici greci, in una sua ode da la prova che sei secoli prima di Cristo i Greci ben conoscevano il mezzo di trasmettere i dispacci per mezzo dei colombi.
Sempre in Grecia l'annuncio della vittoria nei giochi olimpici veniva dato per mezzo dei colombi. Presso i Siculi ed i Greci si allevavano i colombi messaggeri nelle colombaie sacerdotali dei templi di Afrodite, per servirsene come mezzo di diretta comunicazione tra i vari templi. Probabilmente i colombi arrivarono in Italia proprio passando per il tempio di Afrodite sul monte Erice, in Sicilia. Delle colombe di Erice e delle cosiddette Anagogie (feste di partenza) parla Eliano ("Degli Animali" Libro IV). Dalla Sicilia l'interesse per la colombicoltura si diffuse rapidamente a Roma e nell'Italia, soprattutto nella zona attorno a Modena che costituiva una importante colonia romana per la sua posizione geografica.
Varrone, Eliano, Columella, Plinio, Catone parlano dei colombi. Varrone (I secolo a.C.) nel De Rè Rustica tratta con dovizia di particolari dell'allevamento dei colombi, riferendo che ai suoi tempi un paio soleva essere venduto per 1.000 sesterzi e che vi erano colombaie con 5.000 animali. Columella (I secolo d.C.) insegna come costruire una colombaia e paria dei vari metodi di ingrasso dei piccioncini. Gli storici Plinio nella sua " Storia Naturale" nonché Frontino raccontano che, nell'anno 43 a.C., quando Modena era assediala da Marco Antonio, i collegamenti tra Decio Bruto, assediato nella città, e l'accampamento del console Irzio vennero stabiliti e mantenuti per mezzo di colombi che recavano messaggi. Sempre Plinio continua dicendo che in quei tempi "per amore dei colombi molte persone quasi impazzivano a Modena, costruivano per questi animali delle torri sui tetti delle case e andavano vantandosi ognuno dell'eccelsa qualità e della nobiltà di sangue dei propri colombi". Cifre assai elevate si pagavano per colombi con una genealogia di particolare valore. Anche in Asia i colombi godettero di grande favore. Nell'antica lingua Sanscrita figuravano 25/30 nomi di razze di colombi e altri 15/16 nomi erano di provenienza persiana; nessuno di questi nomi è comune con le lingue indo-europee: ciò dimostra l'antica domesticità dei colombi in Oriente. In Cina già nel terzo secolo a.C. esisteva un servizio postale che, grazie ai colombi viaggiatori, metteva in comunicazione Pechino con tutte le regioni dell'impero: i Cinesi applicavano alle timoniere dei loro colombi un fischietto speciale, costruito in legno o in osso. che produce durante il volo degli stormi un fischio assai gradito (tale usanza è tuttora praticala in Cina e nell'Estremo Oriente). A Babilonia e in Egitto un servizio postale regolare per mezzo di colombi viaggiatori fu istituito nel 1000 a.C.
Nell'India del 1600, al tempo di Akber Khan, i colombi erano assai apprezzati: l'imperatore si dedicava con passione all'arte del loro allevamento: la colombaia di corte era composta di 20.000 soggetti ed i mercanti portavano continuamente da altri paesi collezioni di grande valore, mente altre erano mandate in dono dagli Imperatori dell'Iran e di Turan.
Taverin asserisce che essendo in Persia l'allevamento dei colombi proibito ai cristiani, molti popolani nel 1700 si convertivano all'islamismo solo per questo scopo. In Europa i colombi domestici di razza furono portati in Spagna durante la dominazione araba: contemporaneamente i mercanti veneziani introdussero in Occidente varietà esotiche provenienti dall'Asia Minore e da Cipro ed i marinai olandesi portarono nel loro paese razze fino ad allora sconosciute, originarie dell'Oriente. L'italiano Ulisse Aldrovandi di Bologna, fu il primo in Europa a scrivere, attorno al 1600 un trattato scientifico sulle razze di colombi esistenti ai suoi tempi.
Al di fuori dell'Italia l'allevamento dei colombi si diffuse in Francia, Belgio, Olanda. Austria, Germania e soprattutto in Inghilterra. Shakespeare fu un profondo conoscitore di colombi; Maria Stuarda durante la prigionia chiese per lettera ad un amico all'estero di mandarle dei colombi, onde poter ingannare il tempo allevandoli in gabbie. In Italia, nella città di Modena, era diffuso da tempo immemorabile il "gioco di far volare" i colombi Triganini. Ci sono state tramandate molte testimonianze in merito, la più famosa delle quali è quella, risalente al 1614, di Alessandro Tassoni che, nel suo poema eroicomico "La Secchia Rapita", parla delle persone dedite a questo sport, i Triganieri. Il periodo di maggiore diffusione di questa usanza fu all'inizio del 1800, quando numerosissime persone, appartenenti ad ogni ceto sociale, durante l'inverno passavano buona parte della giornata sui tetti, incuranti delle temperature spesso rigide e dimentichi di tutto ciò che li circondava, presi come erano dalla passione per il loro gioco. Anche a Reggio Emilia, città poco lontana da Modena, si diffuse la colombicoltura e venne selezionata una varietà assai leggiadra di Colombo Cravattato(Reggianino). La colombicoltura, sia in Italia che nelle altre Nazioni europee, fu per secoli il passatempo preferito dalla gente del popolo e di molti nobili; il numero delle razze e delle varietà allevate in Europa restò tuttavia, fino al '700, piuttosto limitato. La svolta decisiva ed il punto di partenza della colombicoltura selettiva moderna è costituito dalla pubblicazione delle opere di C. Darwin "L'origine delle specie per mezzo della selezione naturale" e "Le variazioni delle piante e degli animali allo stato domestico", avvenuta attorno alla metà del 1800. Le tesi propugnate da Darwin trovarono conferma alla loro validità e furono rapidamente attuate in colombicoltura, portando alla creazione di numerosissime nuove varietà. Il materiale di lavoro era fornito, oltre che dalle razze già esistenti in Europa, da nuove razze che venivano importate dalle colonie orientali soprattutto in Inghilterra, allora centro di un vastissimo impero. Dall'Inghilterra le nuove razze si diffondevano nel Continente, in Olanda, Francia. ma soprattutto in Germania, qui la colombicoltura ha conosciuto i più grandi successi e la massima diffusione. Ancora oggi, nonostante altri passatempi assai più in voga tra i giovani l'abbiano in parte soppiantata, la colombicoltura rimane in Germania il passatempo preferito da migliaia di persone. Una esposizione tedesca è pur sempre un mastodontico campionario di ciò che l'uomo ha saputo fare per correggere e modificare a suo piacimento quello che la natura gli ha offerto. In Italia, anche se la colombicoltura non ha mai raggiunto la diffusione conosciuta in Germania, la passione per i colombi ha prodotto come risultato alcune razze assai apprezzabili e molto ricercate anche all'estero. Onde incentivare la diffusione delle nostre razze e delle centinaia di altre straniere ci auguriamo che questo lavoro possa costituire un valido strumento, al servizio delle persone che desiderano dedicarsi a questa antica ma sempre attualissima ed appassionante attività.
In locali o stanze di varie grandezze. Può essere allevato in libertà con nidi fatti in casse di legno o altri materiali, appesi alle pareti dei muri, sotto delle tettoie o appese agli alberi.
Anche se nella stagione fredda non si allevano facilmente delle covate di piccoli causa la mancanza del calore, i colombi generalmente nidificano quasi tutto l'anno.
Purtroppo nei mesi freddi i piccoli muoiono o crescono deboli, ma i colombi adulti non temono ne il freddo intenso, ne il caldo ma bensì le correnti d'aria.
Se osserviamo un gruppo di colombi in libertà potremo vederli posati sui tetti ricoperti di neve, fare il bagno in pozzanghere sulla neve senza subire conseguenze.
Si può notare come anche nella stagione estiva essi passano parecchio tempo esposti al sole senza temerlo, cosa diversa per i novelli nei nidi che mal tollerano temperature troppo elevate o troppo basse. E'importante allora,per chi intraprende l'allevamento di questo meraviglioso animale, che ne conosca le esigenze primarie per sapere dove e come collocare e impostare la colombaia. Il colombo vive bene in gruppo ma non dimentichiamo mai che il sovraffollamento in colombaia è la causa principale di tanti inconvenienti, come la diffusione di malattie,la scarsa produttività.
E'necessario avere anche uno spazio a parte separato dai riproduttori che verrà usato per lo svezzamento dei novelli perchè questi hanno esigenze proprie. Se abbiamo degli adulti senza compagno, questi vanno tenuti in un reparto separato, perchè disturbano le coppie ma anche i novelli. Per avere buoni risultati nell'allevamento è necessario che ogni coppia di riproduttori disponga all'interno del locale di una cassa con i due nidi, che verranno utilizzati contemporaneamente per il ciclo riproduttivo. Il colombo e un animale territoriale e difende il suo spazio dove ha i suoi nidi,non accetta gli intrusi e allontana con decisione chiunque si avvicina al suo nido. Il colombo raggiunge la maturità sessuale e si accoppia a circa 130-180 giorni, dipende dalla razza e dalla stagione.
Le razze da carne e quelle di piccola taglia sono in generale le più precoci. I soggetti nati in primavera per effetto del ciclo solare raggiungono prima la maturità sessuale di quelli cresciuti in inverno.
La femmina depone due uova che se fecondate si schiudono dopo circa 18 giorni di cova e nascono i piccoli.
Nella cova si alternano il maschio e la femmina, il maschio molto raramente cova di notte.
Ai piccoli nati provvedono ambedue i genitori, che nei primi giorni li imbeccano con una pappina che si forma nel gozzo dei genitori per effetto della cova, chiamata latte di colombo, questa pappina viene somministrata per quattro o cinque giorni. Dopo tale periodo i genitori iniziano a somministrare gradatamente dei grani, spuntano le penne e i colombini crescono con uno sviluppo sorprendente.
Ai piccioncini allevati in purezza a 10-12 giorni l'allevatore gli mette un anellino infilato al tarso
accompagnerà il colombo per tutta la sua vita. Gli anellini matricolari sono la carta di identità del colombo, vengono rilasciati dalla Federazione e permettono di sapere Nazionalità del colombo,anno di nascita, e tramite un
numero di matricola risalire a chi lo ha allevato. In questo periodo i genitori cominciano a lasciare il nido,le penne crescono rapidamente, i piccoli richiedono sempre con maggior insistenza di essere alimentati.
I genitori oltre ad essere molto indaffarati nell'allevamento della prole, iniziano un nuovo ciclo con gli amori e gli accoppiamenti con la preparazione del nuovo nido. La nuova deposizione delle uova avviene quando i piccoli nel nido hanno circa 16-22 giorni di vita. In questa fase troveremo la femmina che cova le uova, mentre il maschio accudisce e sorveglia i piccoli, ma non disdegna di corteggiare tutte le femmine che escono dal nido o che sono libere da impegni.
I piccioncini a 28-30 giorni sono pronti per essere svezzati e imparano a mangiare da soli ed essere autosufficienti.
In questa fase l'allevatore deve prestare attenzione, è bene togliere i novelli dal nido e collocarli in una gabbia non troppo ampia per permettergli di trovare facilmente la mangiatoia con i grani e la ciotola con l'acqua. Un buon consiglio è metterli con altri piccioncini che abbiano già imparato a mangiare da soli, ma non troppo grandi perchè potrebbero molestarli.
In questa fase i novelli vanno seguiti con cura, vanno esaminati un paio di volte al giorno nel gozzo per sentire con le mani se si sono alimentati, molto importante è insegnargli dove è la ciotola dell' bere, e immergergli con cura, se necessario, il becco nell'acqua. Se sono in salute, nel giro di qualche giorno sono autosufficienti. I migliori allevatori seguono i novelli
attentamente in queste prime fasi, perchè impareranno a fidarsi delle persone, atteggiamento che sarà molto importante per quei soggetti che saranno presentati alle esposizioni. Una coppia può produrre fino a 16 - 18 colombi all'anno, dipende dalla razza dall'ambiente, dalla età della coppia. Nei grandi allevamenti intensivi le coppie restano in produzione fino a cinque massimo sei anni, poi calando la produzione e la redditività vengono sostituiti con coppie giovani. La vita del colombo però è molto più lunga e può arrivare in qualche caso anche a Venti anni. I colombi in libertà trovano tutto quello che gli serve, essi si alimentano in maniera completa a seconda delle stagioni seguendo l'istinto e le informazioni trasmesse dal gruppo.
La passione e la cura e le attenzioni che l'allevatore dedica al suo allevamento sono determinati per il buon risultato finale.
Dobbiamo anche sapere che lo Standard della razza fissa molto bene i parametri e le caratteristiche entro i quali il soggetto di quella razza deve attenersi, ci propone inoltre il disegno tecnico scientifico che è il prototipo del colombo perfetto. La perfezione assoluta però non esiste nei colombi come in altre razze di animali, è solo un ideale a cui l'allevamento deve mirare per ottenere dei soggetti sempre migliori. Se si dispone di un locale con i nidi collocati ad alveare a parete il numero dei colombi da inserire viene calcolato in 2,5-3 coppie di riproduttori ogni metro quadro di pavimento.
Per mantenere un piumaggio in buone condizioni i colombi hanno bisogno di effettuare il bagno con frequenza, per questo sarebbe necessario un bagno in una bacinella con 4-5 cm di acqua ogni 15-20 giorni circa.
Dobbiamo sapere che la pulizia della colombaia e una buona disinfettata sono operazioni da eseguire periodicamente.
I nidi una volta che i piccoli sono svezzati, devono essere puliti e disinfettati prima di rimettere il fieno o la paglia nuova in preparazione della nuova covata. Una buona aerazione e un buon ricambio dell'aria nella colombaia sono condizioni essenziali per avere un buon risultato finale.
E' buona norma riparare dalla correnti d'aria la voliera.
Somministrare il mangiare in apposite mangiatoie che non permettono ai colombi di sporcare con le feci o con i piedi le granaglie. Bisogna fare attenzione a non somministrare ai colombi granaglie o mangimi ammuffiti o di scarsa qualità, in tal caso si ammalerebbero facilmente. Ogni volta che abbiamo dei dubbi sulla salute dei nostri colombi dobbiamo rivolgerci subito a un veterinario specializzato anche telefonicamente, perchè il colombo si cura bene se la malattia è nella fase iniziale.
Tenere sempre a loro disposizione il grit e sali minerali.
L'acqua da bere deve essere sempre a disposizione, potabile e pulita, (l'abbeveratoio va pulito con frequenza) nei mesi estivi gli abbeveratoi non devono stare esposti al sole.
Attenzione che non entrino in colombaia i topi e i ratti, questi generalmente sono attratti dalle granaglie, disturbano di notte i colombi nei nidi, tramite le loro feci e le loro urine sono portatori di malattie che contagiano i colombi.
Il colombo ha uno stomaco che produce dei succhi gastrici molto potenti che gli permettono di digerire facilmente e in breve tempo le gramaglie ma anche piccoli sassolini o gusci di lumachine di cui si ciberebbe abbondantemente se vivesse in libertà, inoltre in libertà si alimenta anche di erbe teneri e verdure, germogli vari.
Un buon misto di granaglie per l'alimentazione dei colombi viene realizzato anche in Italia da tante ditte specializzate nel settore e in varie formule. Spetta all'allevatore scegliere il misto adatto alla razza allevata, al periodo stagionale in cui viene somministrato. Inoltre vengono realizzati dei misti particolari con semi di piccola pezzatura che vengono utilizzati per colombi di piccola taglia e con un becco piccolino. Anche l'industria mangimistica produce e ha messo sul mercato mangimi bilanciati e complessi preparati appositamente per i colombi in forma pellettati o granulati duri.
Le principali granaglie utilizzate nei misti: Mais, Favino, Pisello, Sorgo bianco, Sorgo rosso, Veccia, Girasole, Grano duro, inoltre vengono anche somministrate altri tipi di semi come il Miglio, la Canapa, il Cardo. I colombi preferiscono i semi interi mal volentieri mangiano semi spezzati. Mentre gli allevatori di colombi viaggiatori razionano il mangiare dei loro beniamini, e lo distribuiscono due volte al giorno, gli allevatori di razze da carne e ornamentali,preferiscono lasciare sempre a disposizione il mangiare nelle mangiatoie a piacimento.
N.B: Ancora qualche consiglio per la "riproduzione......e l'alimentazione"............