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LA Calopsitta (Nymphicus hollandicus)

Questo simpaticissimo Cacatua, chiamato anche ninfico, cacatua delle ninfe e calopsite, è originario della boscaglie delle regioni centrali dell'Australia e ha una taglia di circa 32 cm ( compresa la lunga coda). E' un uccello molto comune allegro, curioso, vivace e facile da allevare. Se allevato da piccolo impara quache giochetto e addirittura a ripetere qualche parola e suono (come le Cocorite); si riproduce inoltre senza problemi in cattività. E' dotato di un ciuffo erettile, giallo nel maschio, grigio nella femmina. Ha bisogno di nidi a scatola leggermente più grandi di quelli degli Agapornis. La femmina depone 5-7 uova, che cova per 22 giorni. I piccoli sono indipendenti dopo circa 6 settimane. Viene allevato in varie colorazioni e mutazioni.

Le Calopsitte possono facilmente convivere con gli altri uccelli.  La femmina si distingue per il giallo quasi assente sul capo e sul ciuffo, per il ciuffo meno lungo, le macchie auricolari più piccole e sbiadite, le timoniere laterali striate di giallo. I giovani sono uguali alle femmine. I sessi si possono cominciare a distinguere già a cinque mesi di età, quando ai giovani maschi comincia a comparire la mascherina gialla.  In cattività ha dato origine a numerose mutazioni; vediamo le principali:  Lutino, di colore giallo; Perlato dalle macchie gialle o bianche sparse per tutto il corpo; Faccia bianca dalla colorazione bianca della faccia invece di gialla; Albino di colore bianco; Pezzato; Cinnamon o Cannella presenta una scala di grigi più chiara; Silver o Argentato; Pastello; Oliva; Faccia gialla.
Sono animali molto socievoli e vanno tenuti  in coppia.  La riproduzione la coppia deve essere formata da soggetti di almeno 15-18 mesi di età. A mio avviso è necessari che gli uccelli si piacciano e che si crei tra loro un legame. Consiglio di mettere insieme in gabbie adeguate più esemplari, questa tecnica ci permetterà di avere coppie formate da soggetti che si sono scelti. Questo allevamento  non presenta particolari difficoltà ed è consigliabile anche a chi è alle prime armi nell'allevamento di questo splendido esemplare. Si possono ottenere ottimi risultati anche con l’allevamento in colonia.  La maturità sessuale si raggiunge ad un anno di età e la formazione di una coppia non da problemi, normalmente un maschio ed una femmina vanno perfettamente d'accordo in brevissimo tempo. 
Si possono anche tenere separati per coppie in gabbioni, purchè le coppie possano vedersi e ascoltarsi l’un l’altra, creando in tal modo un ambiente più favorevole alla riproduzione. Si può usare qualunque tipo di nido a cassetta,  delle seguenti misure: Base cm. 20 x 20 e altezza cm. 35 - 40, con un po’ di trucioli di legno sul fondo. Consiglio massimo 3 covate l'anno.  La deposizione è composta da 5 - 7 uova di colore bianco, deposte a giorni alterni e covano entrambi i sessi. I piccoli escono dall’uovo dopo circa 20-22  giorni, e sono alimentati da entrambi i genitori.  Vanno inanellati  dopo circa 8 giorni di vita, con anello da 5 mm. I pulli  cominciano a lasciare il nido dopo 5 settimane circa ma dipendono ancora dai genitori per circa altre 2 settimane. Sono uccelli come tutti i Pappagallini  portati per l'addestramento, molto intelligenti (vedi addestramento Pappagallino Ondulato).
                                                                        
                                                                  Alimentazione:
 
 
                     
 
 
 
 
 
 
 
Nell'acqua bisogna mettere ACETO DI MELE: 3 ml di Aceto ogni litro di bevanda.
L'acqua così trattata, acquisisce una leggera acidità che la rende benefica alla salute dei nostri uccelli.
Per la carenza di minerali, bisogna aggiungiungere anche 5 gocce di TUTTOSALI ogni litro d'acqua.
Una volta che l'acqua di bevanda é stata preparata, al momento della sua somministrazione nei beverini, possono essere aggiunti i prodotti vitaminici preferiti.
 
N.B. la miscela di semi deve essere di ottima qualità.
Consiglio per l'igene e cure lavate la sua gabbia ed i relativi accessori con un disinfettante circa una volta alla settimana.
Se utilizzate carta da giornale come lettiera è bene rimuoverla tutti i giorni altrimenti con la ghiaia per volatili potete farlo una volta a settimana. Regolarmente è bene controllare che le unghie e il becco non siano cresciuti troppo, in tal caso dovrete provvedere al più presto per il taglio. La calopsite a volte gradisce fare il bagno, perciò è bene che gli forniate un’apposita vaschetta con l’acqua per un’ora al giorno d’estate e ogni 2 o 3 giorni d’inverno, facendo sempre attenzione che l’acqua sia a temperatura ambiente e che la gabbia non sia esposta a correnti d’aria, altrimenti il piccolo volatile può raffreddarsi. Ogni tanto potete mettere nell’acqua del bagno qualche goccia di un prodotto antiparassitario adatto per il bagno degli uccelli, oppure spruzzare un antiparassitario spray sulla gabbia e sul volatile da una distanza di almeno 30 cm e possibilmente senza colpire gli occhi.
Ecco cosa fare per assicurare il benessere della nuova calopsitta allevata a mano (scheda utile a mio avviso anche per altri tipi di pappagalli):
 
1) Essere sicuri di cosa si sta facendo e dopo aver pensato che un animale soffre, che il nostro mondo dovrà coesistere con il loro, che le vacanze dovremo o portarlo con noi o assicurarci che siano in buone mani e che realmente siamo intenzionati ad avere un coinquilino per decine di anni, allora possiamo cominciare a informarci sulle loro abitudini e preparare il posto per ospitarli.
2) Cercare una gabbia idonea, purtroppo molti commercianti sono incompetenti e consigliano gabbie troppo piccole, la gabbia per un pappagallo allevato a mano dovrà in ogni caso permettergli di aprire completamente le ali, nel nostro caso per esempio una gabbia 80cm X 60cm, i pericoli a comperare una gabbia troppo piccola sono cadute dal tetto della gabbia che non permettendo lo spiegarsi delle ali non lascia al pappagallo altra scelta che cadere a peso morto sul fondo, della coda o delle ali rovinate, depressione fino all'autodeplumazione.
Evitare le gabbie rotonde portano a disorientare il pappagallo.
3) Procurarsi un misto per calopsitte (vedi alimentazione) l'importante è leggere la composizione del misto che stiamo per acquistare e eliminare misti di semi contenente palline di vari colori, zucchero, miele, conservanti, coloranti, vitamine aggiunte, grit, sali minerali.
a mio avviso i semi di girasole è preferibile comperarli separatamente e se si trova il girasole bianco, non lo si deve mettere a disposizione in gabbia ma dare come ricompensa o leccornia.
4)  Preparare la stanza dove la nostra calopsitta potrà volare liberamente, controllare la tossicità di eventuali piante, mettere tende o meglio delle zanzariere metalliche, alle finestre altrimenti dovremo assistere a scontri anche violenti e pericolosi con i vetri, proteggere cavi elettrici scoperti e controllare di non lasciare oggetti potenzialmente pericolosi a portata di becco.
Cucina, bagni, corridoi che creano correnti d'aria, non vanno assolutamente bene per alloggiare la gabbia, in cucina i fumi tossici emanati dalla cottura e in particolare dalle pentole teflon possono essere mortali!, stessa cosa per il bagno per via dei vari detersivi, profumi e altro oltre alla troppa umidità, le correnti d'aria fanno ammalare velocemente i volatili e possono in breve portare a malattie croniche anche mortali.
Nel locale scelto vi dovrà anche essere una buona illuminazione e allo stesso tempo deve essere un luogo tranquillo dove la notte non vengano disturbati.
5)  Prepariamo la gabbia: I posatoi bastano 2, posizionati quasi alla stessa altezza , in legno (non tossico), si possono comperare in qualsiasi fai da te, non trattati,e tagliati su misura oppure prendere dei rami di alberi, l'importante e che siano di dimensioni diverse e che non permettano alle zampe di stringerli per più dei 2/3; Acqua; Mangiatoie, posizionate in maniera che non vi cadano dentro escrementi; Sali minerali, blocchetto rosa o bianco senza granelli; Osso di seppia; Porta insalata/frutta; Giochi, si possono fare in casa con corde di cotone o di cocco che si possono trovare in tutti i fai da te, alle quali vi si legano rami o pezzetti di legno in varie forme che si possono trovare nei bricolage sempre non trattati!
6) Materiali consigliato:
- 5 mangiatoie semi/pastoncino
- 5 pinze per verdura/frutta/fette biscottate/gallette di riso
- 2 beverini
- 1 bagnetto
- 1 spruzzino vaporizzatore
- 1 bilancia di precisione al grammo
7)  Pronto soccorso:
- crema con principio attivo SULFADIAZINA ARGENTICA, ve ne sono svariate marche in libera vendita in farmacia (utile per praticamente di tutto, ferite, irritazioni, rigonfiamenti,..)
- carbone vegetale attivo (utile per tutto, ferite , irritazioni, rigonfiamenti, ecc...)
- penna emostatica (per fermare eventuali emorragie)
- forbicina
8)  Adesso siamo pronti per portare a casa la nostra calopsitta, dovremo accordarci per il trasporto, in caso di brevi tratti, (fino a 40 min) basta una scatoletta di quelle apposite per il trasporto dei volatili in caso di tragitti più lunghi ci si dovrà munire di un trasportino con semi e acqua. All'allevatore dovremo chiedere un pò del misto di semi con cui ha svezzato la calopsitta e il pastoncino, poi possibilmente comperare la stessa marca di pastoncino e continuare a fornirlo giornalmente fresco e a volontà fino a un età di almeno 70 giorni. In formarsi anche delle ore di luce e quando la calopsitta fa il riposino pomeridiano, in maniera da non sconvolgere del tutto le sue abitudini. Controllare se visivamente il pappagallo è in piena forma, feci non liquide e non tiene le piume gonfie, per vedere bene la maniera migliore è quella di guardare subito appena entrati perchè al momento che ci si avvicina i volatili nascondono il loro malessere.
9)  Quarantena, in caso che nella nostra casa alloggino già altri coinquilini alati è buona norma far fare la quaranta giorni in locale separato dagli altri volatili per evitare di portare malattie in incubazione di cui anche l'allevatore non è a conoscenza. Per la quarantena bisogna prestare una massima igiene e ricordare che anche i nostri vestiti possono veicolare virus, batteri o insetti infestanti
10)  Per almeno 10 giorni dopo l'acquisto è buona norma controllare il peso ogni mattina prima che mangi e non deve scendere sotto i 75 gr. In caso scenda si dovrà invitare la calopsitta a mangiare inumidendo il pastoncino con un pò di succo di mene e invogliarla porgendogli il tutto con un cucchiaino , se nonostante ciò il peso non dovesse risalire si dovrà immediatamente contattare l'allevatore e farsi consigliare sulla formula da imbecco o nel caso riportare il pappagallo fino a che lo svezzamento sia completato.
11)  I pappagalli allevati a mano non vanno mai sgridati e ci di dovrà ricordare che si ha a che fare con piccoli giocherelloni, quindi qualche disastro si dovrà mettere in conto, mai ridere se fa dei disatri altrimenti lo rifarà per compiacerci, mai dare colpi con la mano o con stracci per farli spostare da un posto perchè possiamo fargli del male, premiare i buoni comportamenti (anche un nostro sorriso e un grattino extra sono un premio!)
12) Cibi commestibili: Pasta, riso, verdure senza sale sia cotte che crude, gallette di riso soffiato, farina da polenta, fette biscottate come golosità, cavolfiori, cicoria, aranci, limoni, mandarini, mela, pannocchie di mais, banane, finocchi, carote, peperoni, peperoncini, kiwi, soffioni (dente di leone) ecc... se si vuole dare altro al pappagallo basta fare una ricerca su internet sulla tossicità per i volatili e se non hanno risultati meglio lasciare perdere!
13)  Cibi da non TOSSICI:  Cioccolato, teina, caffeina, alcool, avocado
14)  Cibi da dare con moderazione: lattuga, pera, salvia, rosmarino, aglio, semi girasole, semi grassi, frutta eccessivamente calorica.
15)  Frutta e verdura dovranno essere a disposizione tutti i giorni, l'acqua ogni 2 giorni
Queste sono solo delle basi per far stare bene il vostro piccolino allevato a mano, tutti i punti elencati possono e devono essere approfonditi se vogliamo arrivare a un intesa eccezionale con i nostri pappagalli.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
 
                                                                                                                                            
 
 
 
 
 
 
 
 
 
                         
                                                                                                                                                                                                                                                       
                                                                                                               
                       
 
 
 
                                                                                                                                                                                                                                
 
                                              
                                                                           Foto Parrocchetto di Bourke
 
 
 
 
                                        
                                                                 Bellissima foto di maschio e femmina del Parrocchetto di Bourke
 
 
 
 
 
 
                           Il Parrocchetto di Bourke           
 
 
 
Presentazione del Bourke
 
Questo bellissimo uccello proviene dall'Australia centrale è lungo 25 cm ( di cui una decina solo la coda), può raggiungere i 20 anni di età. La colorazione: generale marrone-rosa chiaro, ventre azzurro, copritrici ali primarie violetto, iride marrone e becco grigio, esiste anche in mutazione rosa. Il dimorfismo sessuale: fronte azzurra nel maschio e bianca nella femmina, la maturità sessuale viena raggiunta  verso i 15 mesi, mentre il piumaggio dei giovani assume la colorazione degli adulti verso gli 8 mesi. Il carattere: è un Pappagallino tranquillo e robusto che può convivere tranquillamente con altri soggetti, anche di specie diverse. La sua voce non reca nessun disturbo. Può emettere qualche canto melodioso e piacevole motivetto fischiettando; può anche raramente ripetere qualche parola. E' bene tenerlo in un luogo dove non c'è freddo e umidità, se tenuto esternamente  richiede una volta l'anno la sverminazione, anche se di costituzione abbastanza robusta; sopporta temperature anche sotto zero, a patto che venga alloggiato in ambienti protetti ed acclimatati gradatamente a tali temperature ed in estate anche a temperature vicine ai 40°.
Alimentazione: 
in natura di ciba prevalentemente di vari semi d'erbe, dei cespugli e degli alberi.
In cattività semi misti per Parrocchetti, frutta, verdura, vegetali, semi germinati, bacche e vegetali. Durante la fase di svezzamento è bene dare un supplemento vitaminico, minerale e pastoncino all'uovo. Lasciare sempre a disposizione osso di seppia e grit. Ha tendenza ad ingrassare.
Nell'acqua bisogna mettere ACETO DI MELE: 3 ml di Aceto ogni litro di bevanda.
L'acqua così trattata, acquisisce una leggera acidità che la rende benefica alla salute dei nostri uccelli.
Per la carenza di minerali, bisogna aggiungiungere anche 5 gocce di TUTTOSALI ogni litro d'acqua.
Una volta che l'acqua di bevanda é stata preparata, al momento della sua somministrazione nei beverini, possono essere aggiunti i prodotti vitaminici preferiti.
Come tutti i Pappagallini  bisogna lasciare sempre a disposizione osso di seppia e grit. Un consiglio che posso dare è quello di stare attenti all'alimentazione perchè " il nostro amico " tende ad ingrassare. Allevameno: voliera o gabbia, per quanto riguarda le gabbie non richiede gabbie di grande dimenzione i pregi di questa specie e che sono uccelli di piccola taglia e quindi allevabili benissimo in gabbie da cova, 90 cm. Ma si può agevolmente ottenerne la riproduzione in volierette protette da vegetazione; le uova deposte sono 4-6, l'incubazione è di 18 giorni, lo svezzamento dura 4 settimane circa. I giovani sono alimentati dai genitori per 8-10 giorni circa dopo che hanno lasciato il nido. A mio avviso è  buona norma mettere un pò di truciolato sul fondo del nido. Allevano i loro piccoli con amore. E’ consigliabile accoppiarli dal secondo anno di vita, a volte al primo anno qualche problema insorge. Non sono litigiosi, vivono in comunità tranquillamente, qualche litigio avviene solo in primavera tra i maschi e solo se in presenza di femmine. Soffrono molto lo stress, a volte anche solo uno spostamento da una gabbia all’altra può creare problemi e per almeno una settimana rimangono molto agitati e diffidenti quando ci si avvicina.
 
Il nido deve essere  a scatola della misura 18 x 18 x 30 cm. Consiglio 3 covate l'anno. Il reperimento in commercio è facile.
Io consiglio a tutti coloro che piacciono i Pappagallini di allevare questo meraviglioso uccello. Credetemi è una esperienza bellissima, tali uccelli sono tra i più belli del creato. Secondo il mio parere, questi uccelli non sono popolari a causa della loro voce non armoniosa. Il Parrocchetto del Bourke, è sicuramente il più silenzioso fra tutti i Psittacidi, molto silenzioso. I Bourke sono tranquilli e vogliono silenzio, sono quieti, stanno fermi sul posatoio; solo la mattina emettono dei piccoli suoni e volando mostrano il loro bellissimo piumaggio.
                            Per quanto riguarda l'alimentazione consiglio una miscela già sperimentata:

                        
 
 
 
 
 
Non deve mai mancare il grit, frutta e verdura.
La riproduzione: Come già citato il Bourke si può sistemare in gabbia da 90 cm, il nido a cassetta per la riproduzione va bene pure quello usato per gli Agapornis ( vedi articolo "Gli Inseparabili"); nel fondo del nido si può mettere della segatura.
Le uova sono simili a quelle degli Agapornis e sono covate dalle fammine. Alla schiusa va aggiunto alla solita alimentazione un pastoncono all'uovo fatto in casa (vedi articolo Pastoncino alimentazione per Canarini). 
Questi Parrocchetti di Bourke richiedono poche cure e danno all'allevatore grandi soddisfazioni. Meritano di essere allevati perchè sono veramente deliziosi.
Come anello della F.O.I. va messo il  Y.
 
 
 
 
 
 
                                                 
 
 
 
 
 
 
                          Il Pappagallino a groppone blu (forpus coelestis)
 
 
 
 
 
                                             
 
 
 
Si tratta di un pappagallino simpatico e allegro, assai vivace simile al Forpus passeriformus. Il Groppone del maschio è blu, mentre quello della femmina è verde; proprio per questo motivo è conosciuto anche per il nome di pappagalino a groppone verde, ma anche pappagalletto di Lemon o pappagalletto del pacifico. Appartiene al Genere Forpus questo genere comprende 7 specie con 21 sottospecie. I Forpus rappresentano un gruppo omogeneo di pissitacidi con una taglia che varia da 12 cm a 14,5 cm e un colore di base verde. Il parrocchetto del Pacifico è un piccolo uccello, lungo circa 10-12 cm, particolarmente facile da allevare in cattività. Esistono molte mutazioni di colore ma ciò non rende difficile individuare il sesso. Il maggior carattere del dimorfismo sessuale è il colore della groppa, che nel maschio è blu intenso. Spesso i maschi hanno anche gli occhiali, ovvero delle linee blu all'esterno degli occhi rivolte verso l'indietro, ma questo carattere può essere presente, meno accentuato, anche nelle femmine. In cattività questi pappagalletti si dimostrano piuttosto rustici, poco sensibili al freddo e all’umido per chi non avesse la possibilità di alloggiarli in voliere esterne fonite di ricovero, la migliore soluzione alternativa consisterebbe nel lasciare a  loro disposizione tutto l’anno il nido a cassetta che assumerebbe il ruolo di efficace ricovero notturmno.
I Forpus sembrano non avere particolari esigenze alimentari. Consiglio di fornire come alimentazione oltre ad una miscela per Inseparabili consiglio di aggiungere semi di panico, miglio bianco scagliola, durante il periodo riproduttivo bisogna aggiungere del pastoncino secco, semi germinati, grano ceraseno, cartamo, canapa e girasole piccolo (del quale fanno uso soprattutto durante i primi giorni di vita dei nidiacei). Sempre a disposizione osso di seppia e grit. Tra le specie del genere Forpus, questa è una delle più semplici da riprodurre in cattività la riproduzione avviene in primavera-estate. Si riproducono in gabbie da cova, al momento della riproduzione gli esemplari entrano nel nido, che di solito è una piccola scatola di legno verticale, uguale a quella usata per le cocorite o inseparabili, alta circa 20 cm. La femmina depone fino a 4-9 uova in giorni alterni e si occupa di covarle. In questo periodo viene alimentata dal maschio, per cui non esce mai se non una volta al giorno per i bisogni fisici. Alla schiusa, dopo 21 giorni circa, il maschio continua a portare il cibo alla famiglia. I piccoli escono dal nido dopo circa un mese. Da notare che una volta raggiunta questa maturità il maschio non li vuole più nel nido e li becca sulla testa spimandoli. È bene assicurarsi che di giorno rimangano fuori e di notte tornino a dormire nel nido, se necessario aiutandoli. Fuori dal nido la mamma li nutre comunque, insegnando loro a mangiare. E' timido e non facile da addomesticare.  Il diametro anello 3,5 mm.
 
 
Il Forpus Coelestis è indubbiamente la specie più diffusa tra quelle del genere Forpus, ma si tratta comunque di un uccello relativamente poco diffuso in Italia, considerata la sua grande adattabilità alla vita in cattività e il fatto che se giustamente abituato è un uccello particolarmente adatto ad essere un animale domestico da compagnia. E’ un pappagallo particolarmente robusto che si riproduce con una relativa semplicità e che considerata la sua taglia ridotta ha bisogno di spazi relativamente limitati specie se confrontati con quelli che necessitano molti psittacidi, famiglia al quale il genus Forpus appartiene. E’ un pappagallo anomalo anche in termine di rumorosità, essendo abbastanza silenzioso e emettendo dei suoni non sgradevoli. In oltre come si può evincere dalla sezione mutazioni è reperibile in diverse e affascinanti mutazioni. Ciò nonostante non è facilmente reperibile in commercio, si può trovare solo in uccelliere specializzate nella vendita di pappagalli o meglio dagli allevatori che a dire il vero a mio avviso non sono molto numerosi. Anche alle mostre ornitologiche non è generalmente molto rappresentato. La sua diffusione è però ad avviso di chi scrive in netta crescita negli ultimi anni, anche se riteniamo che non abbia ancora la diffusione che meriterebbe.
Come alimentazione che si basa prevalentemente su un mix di semi per parrocchetti e inseparabili al quale vengono aggiunte delle moderate quantità di semi di girasole e di niger nella stagione invernale, offriamo anche un pastoncino specifico particolarmente ricco di principi nutritivi, e  periodicamente somministriamo frutta (pera, mela, ed altre), verdura (zucchine, catalogna, peperoni, radicchio, verza, carota, lattuga, ed altre) e spighe di panico. Lasciamo l’osso di seppia, il blocchetto di sali minerali e il gritt sempre a disposizione. Forniamo inoltre saltuariamente semi germogliati e legumi bolliti (minimo per un ora con l’accortezza di levarli prima che facciano delle pericolose muffe) e un mix multivitaminico idrosolubile, e naturalmente acqua fresca e pulita sempre a disposizione. Abbiamo osservato che non tutti gli esemplari gradiscono questa alimentazione e molti si limitano a mangiare solo alcuni semi del mix che gli viene somministrato, questo accade soprattutto con gli esemplari che non vengono abituati dalla nascita ad un alimentazione variegata. Ovviamente l’alimentazione che noi forniamo non è l’unica possibile ne costituisce necessariamente la dieta più equilibrata e corretta possibile, abbiamo però riscontrato che con questa dieta gli uccelli nel nostro allevamento godono di un ottimo stato di salute. Riteniamo una valida alternativa l’alimentazione con estrusi o pellettati con il quale alimentiamo alcune coppie del nostro allevamento, questo tipo di alimento a volte non è accettato di buon grado e il passaggio a questo tipo di alimentazione può risultare in alcuni casi molto complesso.
Ben si adattano alla vita in gabbie anche di modeste dimensioni, almeno 60 * 35 * 40, suggerisco però gabbie a sviluppo orizzontale (classico parallelepipedo) di maggiore dimensione, almeno 90 * 90 * 40. I Forpus sono animali molto territoriali e spesso molto aggressivi verso i simili di specie diverse o della stessa specie ma di sesso diverso e a volte persino verso i simili della stessa specie e di sesso diverso. Per cui si consiglia di introdurre in una gabbia solo due esemplari di sesso diverso e di monitorare attentamente l’affiatamento dei due nelle prime ore in cui vengono introdotti nella nuova “abitazione”. Nei Forpus Coelestis non sono infatti del tutto inusuali delle liti particolarmente cruente che possono anche portare gravi conseguenze. Si possono introdurre più esemplari in una voliera, personalmente preferiamo, visti alcuni precedenti cruenti, mettere unicamente nelle voliere esemplari di forpus coelestis dello stesso sesso e giovani non ancora maturi sessualmente. Devono essere tenuti al riparo dalle correnti e dagli sbalzi di temperatura, se ben acclimatati possono resistono bene anche a temperature rigide, persino di qualche grado sotto lo zero, ma consigliamo però temperature sempre superiori ai 5° C, allo stesso modo non dovrebbero essere esposti direttamente ai raggi del sole senza avere una possibilità di riparo.
 
Il forpus coelestis è un pappagallo che può dare grandi soddisfazioni anche ad allevatori neofiti, si riproduce infatti con una relativa semplicità, e i forpus coelestis sono generalmente ottimi allevatori che riescono ad allevare senza grossi problemi anche un numero elevato di pullus. Quanto precedentemente detto non deve però generare la falsa convinzione che sia sufficiente mettere insieme due esemplari di sesso diverso sessualmente maturi per ottenerne la riproduzione, tanti sono gli ostacoli che si possono interporre sulla strada della riproduzione e a volte anche dopo aver avuto il lieto evento delle nascite si può registrare qualche giorno dopo la cogente delusione della morte infantile dei pullus. Ma con un po’ di fortuna non è neanche inusuale ottenere degli eccellenti risultati. Siamo del parere però, che la fortuna vada aiutata, per cui ci sono una serie di accorgimenti che crediamo possano aumentare le probabilità di accrescere la popolazione dei forpus coelestis:
Scelta dei riproduttori. La prima è più banale cosa da fare è quella di essere certi di acquistare un maschio è una femmina, la cosa è abbastanza banale perché il dimorfismo sessuale è abbastanza evidente, eccezion fatta per gli esemplari nella mutazione albino (blu + NLS Ino). La seconda cosa da fare è quella di acquistare degli esemplari in buone condizioni di salute apparenti, meglio scartare uccelli con un piumaggio che non sia in un buono stato e uccelli che stanno più o meno immobili in un lato della gabbia. Si consiglia di non accoppiare soggetti con un forte legame di consanguineità, e quindi preferibile acquistare da chi è in grado di darci questo tipo di garanzia. E consigliabile non accoppiare soggetti in muta.
 
Accoppiamento. I forpus coelestis raggiungono la maturità sessuale intorno all’anno di età, ma in alcuni casi questo può accadere anche a 6 mesi, noi suggeriamo di accoppiare soggetti che abbiano almeno 15 mesi di vita.
 
Nido. Per stimolare la riproduzione è necessario dotare la coppia di un nido, e isolarla in una gabbia o voliera. I forpus coelestis infatti sono particolarmente aggressivi nel periodo che precede la riproduzione per cui la riproduzione in colonia è sconsigliata. Per quanto riguarda la scelta del nido, si consigliano nidi in legno a cassetta indifferentemente a sviluppo orizzontale o verticale, ma che abbiano una superficie della base di almeno 170 cm quadrati e uno dei due lati della base lungo almeno 13 cm, questo per evitare problemi di sovra affollamento del nido. Noi mettiamo nel nido un leggero strato di trucioli per conigli, possono essere utilizzati anche altri materiali, comunque non è opportuno eccedere nelle quantità.
 
Periodo riproduttivo. Come per tanti altri uccelli, sono condizioni importanti, il clima (non freddo ma nemmeno troppo caldo), la lunghezza delle giornate e l’abbondanza del cibo. Il periodo più indicato è dunque la primavera, dalla fine di marzo a giugno e l’autunno, da settembre a ottobre. Se però si alleva in dei locali al chiuso, le condizioni ideali possono artificialmente essere riprodotte durante tutto l’anno. Consigliamo la riproduzione, un massimo di due volte durante l’anno per evitare troppo stress e affaticamento alle femmine.
 
Corteggiamento e riproduzione. Le coppie affiatate, in tempi brevi perlustrano il nido, normalmente è il maschio il primo, immediatamente seguito dalla femmina, dopo di che inizierà il vivace corteggiamento del maschio cha a volte può essere anche violento, specie se non gradito dalla femmina. La deposizione avviene alcuni giorni dopo l’accoppiamento, vengono deposte dalle 4 alle 10 uova con una media di 5/6 uova, le uova vengono generalmente deposte a giorni alterni e covate a partire dalla deposizione del secondo uovo. In realtà ci è capitato di vedere uova deposte giornalmente o con cadenza di 5 giorni. La schiusa avviene di norma 21 giorni dalla deposizione.
 
Anello. L’anello va posto a partire dal 8 giorno di vita, noi generalmente lo mettiamo intorno al 10°, 12° giorno di vita, ma dipende dalla mole dei pullus, per cui è necessaria una certa esperienza per evitare di trovarsi a provare ad inanellare dei pullus quando ormai è troppo tardi. 
 
Svezzamento. I piccoli sono completamente impiumati ed effettuano le prime escursioni fuori dal nido intorno ad 1 mese, 1e mezzo di vita, questa fase è particolarmente delicata in quanto spesso dopo qualche tempo vengono presi di mira dal padre, specialmente i giovani maschi, bisogna avere un buon tempismo nel separarli dai genitori. Qualora non siano ancora capaci di nutrirsi ma subiscano delle pericolose aggressioni da parte del padre, la soluzione può essere quella di isolare il padre sino a quando non siano totalmente svezzati. Normalmente, dopo 10/20 giorni dall’abbandono del nido e intorno ai 2 mesi  di età i forpus sono indipendenti.
                                                                                        
 
 
 
 
                              Il Parrocchetto dei fichi (PSITTACULIROSTRIS DESMARESTII )
 
 
                                                          
 
 
 
E' un magnifico pappagallino, docile e tranquillo, convive bene con l'agapornis. E' un uccello molto raro, non presenta evidente dimorfismo sessuale. Grandezza 18 cm può raggiungere i 20 anni. La colorazione generale verde, fronte e corona arancione, macchia blu sotto occhio, collare azzurro, becco nero, iride marrone. Alimentazione: in natura si alimenta soprattutto di frutta (particolarmente fichi), nettare, banane, melograno, fiori e probabilmente qualche insetto o larva. In cattività l'alimentazione si compone di frutta (fichi, banana, kiwi, mela, uva, pera) e verdura (cetriolo, carota grattugiata, zucchina, peperone dolce). In cattività sementi miste per piccoli parrocchetti con qualche seme di girasole integrato, semi germinati.

In generale la  loro alimentazione prevede una grande quantità di frutta, compreso i fichi secchi (metterli a mollo in acqua per una notte). Tale pappagallo mangia almeno 3-4 fichi al giorno o più. Quindi due o tre volte alla settimana è necessario somministrare in aggiunta ai fichi, della vitamina K in gocce o in pastiglie. Senza tale vitamina le femmine possono andare incontro ad emorragie durante la deposizione delle uova o altri inconvenienti dovuti a tale carenza.  Osso di seppia e sali minerali. In allevamento realizzato con difficoltà. Necessitano di una grande voliera, dove devono essere messi a disposizione rami verdi. Anche durante il periodo non riproduttivo necessitano di cassette dove possano rifugiarsi durante la notte o in caso di pericolo. Vengono deposte solo due uova, l'incubazione dura 19 gg. Il periodo di svezzamento dei piccoli avviene verso l'ottava settimana. I giovani diventano indipendenti dopo due settimane. Nido possibilmente a "L", misure 12x25x12h cm. Bisogna pulire regolarmente il nido. Supplemento di vitamina K. Attenzione in quanto durante questo periodo il pappagallino risulta molto sensibile al controllo del nido.

 

 
                                                                         
 
 
 
                           Il parrochetto dal collare (Psittacula Krameri)
 
 
                            
 
Ecco il parrochetto dal collare nella femmina è assente di fascia nera sul capo e nuca. Nei giovani esemplari, le piume adulte iniziano a coparire verso i 18 mesi e il piumaggio finale solo verso i 2 anni. Il maschio diventa maturo sessualmente verso i 18 mesi ma la riproduzione non avviene prima dei 3 anni.
Sono grandi circa 40 cm e sono originari dell’Africa, Guinea, .. Esistono diverse sottospecie, come Psittacula krameri parvirostris, borealis, manillensis. Sono pappagallini abbastanza rumorosi. Bisogna tenerli in voliere o gabbie molto spaziose. La gabbia va sistemata in stanze a temperatura costante, non in quelle più calde (cucina, bagno, stanza con bruciatore), ma in quelle in cui si cambia l’aria più raramente. Non va mai collocata vicino a porte e finestre per evitare pericolosi spifferi. La gabbia non va mai tenuta al sole, senza un nascondiglio ombreggiato per il pappagallo. In cucina tenete presente la tossicità dei fumi e dei gas (le padelle non aderenti (teflon) emettono, scaldate al fuoco, gas letali per gli uccelli, il “Fornet” è estremamente tossico…). Dal momento che questi pappagalli possiedono una buona apertura alare è consigliabile l’uso di grandi gabbie o piccole voliere, ricordandosi sempre che più spazio hanno a disposizione per volare, meglio vivono. E’ possibile anche l’uso di voliere all’aperto: questi pappagalli non temono molto il freddo, purchè non sia anche umido. E’ bene fornigli sempre dei rami freschi. Adorano fare il bagno.
Per la riproduzione, serve una sistemazione con riparo contiguo o nido 
 un nido-casetta, posto all’esterno della gabbia, con l’apertura all’interno della stessa, con le seguenti dimensioni: 50 cm per l’altezza e 30 cm per larghezza e lunghezza. Così posizionato sarà più facile riuscire a pulirlo, soprattutto se sarà dotato di un lato apribile (normalmente quello opposto alla porta). Sarebbe bene che la casetta possedesse anche una porta scorrevole, normalmente tenuta aperta, ma con la possibilità di chiuderla mentre si pulisce il nido. L’apertura rotondeggiante e con i bordi smussi garantirà che il parrocchetto non si danneggi entrando o uscendo.
Dentro la casetta la Psittacula si farà il nido con il materiale che gli metteremo
a disposizione, preferibilmente il fieno o la paglia e la carta da giornale. 
Nel nido andrà posto sul fondo uno strato di trucciolato o pezzi di corteccia.
La deposizione è di 3-5 uova, l’incubazione dura 23 giorni. I piccoli terminano lo svezzamento verso le 7 settimane.
E’ possibile che se alla loro prima cova, le uova non saranno fertili o la femmina non terminerà la cova.
L’alimentazione deve essere composta da miscela di semi misti (pochi di girasole), semi germinati, frutta (mela, banana, uva, ...), verdura e vegetali (dente di leone, cerastio, ..), e pastoncino all’uovo, sopratutto durante la riproduzione e svezzamento dei piccoli.
Alimentazione Il cibo di questi pappagalli in natura è dato da semi, frutta, fiori, bacche e per alcune sottospecie anche nettare. In cattività la dieta deve comprendere:
 
                 


-    frutta (mele di diverse qualità e colore, arance, mandarini, cachi, uva e uvetta passita (solo ogni tanto), pere, susine, prugne e mango
-    verdura fresca: fagioli con buccia, piselli con buccia, broccoli, finocchi, sedano, carote, zucchine, la parte centrale di ogni tipo di cavolo
-    cereali cotti
Tutto ciò che è fresco va lavato con bicarbonato di sodio, va ben sciacquato e dato di mattina e poi tolto di sera, in modo che non aiuti la crescita di batteri e funghi nell’ambiente. Nella preparazione della pappa bisogna avere cura di tagliare la frutta in pezzettini e di mischiare frutta e verdura di diverse forme e colori, per rendere il cibo più interessante.
Finalmente da un po’ di tempo sono in commercio i pellettati specifici per pappagalli. Questi croccantini raccolgono in sé tutto ciò di cui ha bisogno il nostro volatile, permettendoci di dargli un cibo completo, che non marcisce e puzza se lasciato un po’ più del dovuto, che non permettere di scegliere, al nostro intelligente amico, ciò che più gli piace, ma che in modo piacevole lo obbliga a seguire una dieta corretta.
Certi cibi non vanno mai dati, neppure in piccola quantità, perché particolarmente tossici: avocado, cioccolato, alcool, cibi molto dolci o molto salati, anche se il pappagallo può essere attirato da questi proprio perché più saporiti.
E’ da escludere la convivenza con altri uccelli, e pappagalli in particolare. Con quelli più piccoli, infatti, il parrocchetto si dimostrerà particolarmente aggressivo, mentre se sono più grandi potrebbe essere lui l’aggredito. Gatti, furetti ed altri carnivori potrebbero vedere nel vostro amico pennuto più una pietanza che un compagno di giochi. Con i cani è necessario abituare entrambi alla convivenza fin da piccoli, mentre i rettili potrebbero essere scambiati per un gioco fino a quando sono piccoli, poi le parti potrebbero invertirsi.
 
 
 
 
                                                                                                                                                             
 
 
 
 
 
 
             Il PARROCCHETTO TURCHESE (Neophema Pulchella)
 
 
 
                                            
 
Proviene dall'Australia sud-orientale, può raggiungere i 25 anni.
Nel maschio è presente una banda rossa sull'ala e nella femmina una piccola banda gialla sulla fronte. I giovani raggiungono la colorazione adulta verso i 6 mesi.
E' un bellissimo pappagallino sedentario che vive solitario o in coppia e occasionalmente forma piccoli stormi fino a 30 individui.
Solitamente è un pappagallo abbastanza calmo e il richiamo melodico, non troppo timido.
Può essere tenuto con i fringillidi o altri piccoli volatili, ma meglio evitare altre specie di Neophema soprattutto maschi.
In natura si ciba prevalentemente di semi e piante d'erbacee spesso va sul terreno alla ricerca di sabbia. Se tenuto esternamente meglio provvedere ad effettuare una sverminazione annuale.
In cattività viene alimentato con 
 
 
                   
 
 
 
non deve mancare semi germinati; frutta e verdura carota e mela; vegetali dente di leone, spinaci, ecc ...; pastoncino all'uovo e insettivoro durante l'allevamento.
Questo parrocchetto a mio avviso necessita di voliera, i Turchesi non sono molto esigenti, basta trovare il giusto equilibrio tra alimentazione e spazio della gabbia o voliera, (a mio avviso se in gabbia con una alimentazione troppo ricca quando sono a riposo si rischia di farli ingrassare, mentre in voliera fanno più movimento e restano in forma).
L'allevamento inizia generalmente in aprile, la covata costituita da 4-5 uova, è incubata dalla sola femmina per circa 20 giorni, l’anello è del tipo C  del diametro di mm. 3,5.
La femmina lascia il nido solo per defecare.
I piccoli vengono svezzati per 4-5 settimane e dopo 3 settimane diventano indipendenti.
Consiglio da 2 a 3 covate all'anno.  Il nido in legno con le seguenti misure 15 x 15 x 30 centimetri con l'entrata 5 cm di diametro. Deporre sul fondo un piccolo strato di truciolato e lasciare a disposizione rami freschi e foglie. La femmina si occuperà di trasportare il materiale necessario al nido mettendolo tra le penne del groppone.
 
 
 
 
L'approfondimento sul Parrocchetto del Bourke (Neophema Bourkii) lo potrete trovare nell'articolo da me scritto nella rivista FEO "ORNIEUROPA" n° 13 
 di Antonio Papania.



Un caloroso saluto a tutti e buon allevamento CIAOOOOOO
da Antonio        
                
 
                                      
 
 
 
 
 
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