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 Lo stand della FEO a Reggio Emilia mostra Internazionale del 2013.... Io mia moglie e il carissimo amico Marco Cotti...
                          
 
 
 
 
 
 
              
                          FEO a Reggio Emilia il 21-22-23- novembre 2014.. Bellisssimi Giorni passati con grandi AMICI....

 
 
 
 
 
      Associazione Ornitologica Sicania
      (Costo iscrizioni £20,00 £10,00 vanno all'associazione e £ 10,00 vanno alla FEO)
 
 
 
 
    
 
Ciao a tutti vi presento l'Associazione Ornitologica Sicania che raggrupperà tutti gli allevatori Siciliani. E' affiliata alla FEO......
Vi potete iscrivere nei seguenti indirizzi:
 
associazioneornitologicsicania@gmail.com 

o cell dopo cena: 3274447818

 
 
 
   Ecco il sito dell'Associazione Ornitologica Sicania cliccate nell'immagine
 
                   
 
 
       Seguiteci..... Non ve ne pentirete....Tantissime novità
 
 
Ci potete trovare anche su   
 
 
 
 
 
        
 
 
 
 
 
 
         
           PER TUTTE LE RIVISTE SICANIA ORNITOLOGICA      
 
                                                    
 
 
              Da scaricare online, per i soci, attraverso una password. La trovate nel sito:     
 
 
 
 
 
                   
                                           PER TUTTI I NOSTRI ISCRITTI!!!!!!!!!!!!!!!
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I SICANI e la SICANIA: Ancora oggi i Sicani costituiscono un mistero perché non hanno lasciato testimonianze scritte ma, cercando tra le fonti storiche e su alcuni reperti archeologici e nella saga di Dedalo-Cocalo-Minosse, abbiamo scoperto alcuni aspetti interessanti. 
Ma cosa pensavano gli antichi storici?
Antioco di Siracusa, riportando una tradizione orale indigena, ci fa intendere che i Sicani si ritenevano autoctoni. Dello stesso avviso sono i conterranei Timeo e Diodoro Siculo. MentreTucidide sostiene invece che erano pervenuti dall’Iberia e che, cacciati dai Liguri, si stanziarono nell’isola di Trinakria cambiandone il nome in Sikania.

Questa tesi è condivisa da Filisto, Eforo e Dionigi di Alicarnasso; invece  Pausania sostiene che arrivarono dall’Italia. 
Sull’antica denominazione dell’isola possiamo essere d’accordo con Tucidide perché se i Siculi, come ci dicono le fonti, cambiarono il nome Sikania in Sikelia è credibile che anche i Sicani, stanziatisi nell’isola precedentemente, abbiano sostituito l’originario nome Trinakria in Sikania. 
Poiché l’isola fu abitata dall’uomo del paleolitico, del mesolitico e del neolitico il cambio toponomastico da Trinakria in Sikania attesterebbe l’arrivo di nuova gente, la quale va inevitabilmente ricondotta ai Sicani.

Per questa ragione riteniamo che essi non possono essere considerati autoctoni. 
Il loro arrivo nell’isola, infatti, è testimoniato dalla comparsa delle tombe a grotticella artificiali.


 
 
                       
  
 
 Per ulteriori informazioni cliccate su questo LINK:
 http://www.feo-italia.it/pag%20anellini%202012/pag%20anellini%202012.html
                                                                
 
 
Leggete questo bellissimo racconto.........Buona lettura  
 
 
 
 
                        Lo spaventapasseri 
 
 

 
Una volta un cardellino fu ferito a un’ala da un cacciatore. Per qualche tempo riuscì a sopravvivere con quello che trovava per terra. Poi, terribile e gelido, arrivò l’inverno. Un freddo mattino, cercando qualcosa da mettere nel becco, il cardellino si posò su uno spaventapasseri.
 
Era uno spaventapasseri molto distinto, grande amico di gazze, cornacchie e volatili vari. Aveva il corpo di paglia infagottato in un vecchio abito da cerimonia; la testa era una grossa zucca arancione; i denti erano fatti con granelli di mais; per naso aveva una carota e due noci per occhi. “Che ti capita, cardellino?”, chiese lo spaventapasseri, gentile come sempre.
 
“Va male”, sospirò il cardellino. “Il freddo mi sta uccidendo e non ho un rifugio. Per non parlare del cibo. Penso che non rivedrò la primavera”. “Non aver paura. Rifugiati qui sotto la giacca. La mia paglia è asciutta e calda”. Così il cardellino trovò una casa nel cuore di paglia dello spaventapasseri. Restava il problema del cibo. Era sempre più difficile per il cardellino trovare bacche o semi. Un giorno in cui tutto rabbrividiva sotto il velo gelido della brina, lo spaventapasseri disse dolcemente al cardellino: “Cardellino, mangia i miei denti: sono ottimi granelli di mais”. “Ma tu resterai senza bocca”. “Sembrerò molto più saggio”. Lo spaventapasseri rimase senza bocca, ma era contento che il suo piccolo amico vivesse.
E gli sorrideva con gli occhi di noce. Dopo qualche giorno fu la volta del naso di carota. “Mangialo. È ricco di vitamine”, diceva lo spaventapasseri al cardellino. Toccò poi alle noci che servivano da occhi. “Mi basteranno i tuoi racconti”, diceva lui. Infine lo spaventapasseri offrì al cardellino anche la zucca che gli faceva da testa. Quando arrivò la primavera, lo spaventapasseri non c’era più. Ma il cardellino era vivo e spiccò il volo nel cielo azzurro.
(don Bruno Ferrero, Cerchi nell’acqua)
 
              
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